Proprio nella nazione in cui il riciclaggio è fenomeno diffuso per l'elevatissima evasione fiscale, l'alta presenza di fenomeni corruttivi e il forte radicamento di ben quattro organizzazioni criminali mafiose, il registro dei reali beneficiari di trust, fiduciarie, fondi immobiliari, srl a matrioska, società costruite come scatole cinesi, non esiste ancora. Un registro che dovrebbe essere accessibile da chiunque in particolare da chi ha l'obbligo sulla base della 231/2007 di segnalare operazioni sospette a rischio riciclaggio.
Anzi non solo non esiste ancora, ma, notizia del 20 marzo la sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, ha emesso un "Parere sospeso", sul regolamento attuativo del registro.
«Il documento suona come una sorprendente bocciatura» scrive Alessandro Galimberti su Il Sole «sia per la parte di tecnica normativa adottata sia per i contenuti non sempre precisi».
Diverse le questioni poste dal massimo organo della giustizia amministrativa che bloccano il percorso che porterà alla nascita del registro. Quella di maggiore sostanza è, probabilmente quella relativa all’accesso da parte dei soggetti «privati, compresi quelli portatori di interessi diffusi». Questione come ricorda Galimberti, su cui già pende una causa pregiudiziale Ue innescata dal Lussemburgo che il registro ha avviato oramai da un anno.
Il Consiglio di Stato avanza alcune richieste in riferimento anche al ruolo del gestore del servizio informativo per ciò che concerne i controlli sui dati inviati e alla «mancata considerazione di un profilo applicativo rispetto all'ipotesi che l’accesso sia richiesto dalla autorità giudiziaria».
Staremo a vedere cosa deciderà il MEF. Sembra di assistere ad un film già visto negli anni 90, per l’istituzione del registro dei rapporti bancari, diversi organi dello stato, compreso il Consiglio di Stato, si misero di mezzo. Allora la tutela della privacy la faceva da padrona. Il ritardo accumulato fu di ben 9 anni.
Nel libro trovate, queste e altre storie e un'analisi approfondita sulla vicenda del registro; in particolare dedichiamo molto spazio all'assurda scelta di costringere la Pubblica Amministrazione a pagare per l'accesso al registro e alla tutela, a nostro avviso, assolutamente eccessiva, garantita a quei titolari effettivi che per motivi legati alla tutela della propria incolumità, negassero la possibilità di poter offrire libero accesso alla loro identità.
Nessun commento:
Posta un commento